Gli AMBULACRI DI MARINA DI CASTELLONE sono i resti di un balneum di una villa marittima romana risalente al Primo secolo A.C.
Rilevanti e preziosissimi gli stucchi in uno dei cinque ambienti, tutti addossati all’antica cinta muraria a mare forse risalente a periodo preromano antecedente alla sua prima fase repubblicana.
La spiaggia antistante a questi reperti, situata al centro del litorale marino, nel cuore della città di Formia, e’ prossima al molo romano i cui resti sono attualmente sommersi.
I luoghi, nelle vicinanze del cosiddetto ” Muro di Nerva” , sono di una bellezza unica, nonostante il danno procurato nel primo dopoguerra dal passaggio della Nuova Flacca.
Le prime due foto sono tratte dal libro ” Mola e Castellone di Gaeta ” Vol. II scritto e pubblicato da Aldo Treglia.
La prima foto è un disegno di Carlo Labruzzi ( 1747 – 1817) mentre la seconda è un disegno a inchiostro di F. Keiserman ( 1765 – 1833) che copio’ in pratica l’opera del Labruzzi che di certo vide e disegnò il sito nel suo viaggio sull’Appia da Roma a Benevento.
Entrambi ci trasmettono immagini di un sito di Marina di Castellone a noi di Formia ben noto, per essere un sito romano di pregevole fattura.
Questo sito è a margine di una baia al centro di Formia, con mura poligonali del quarto/terzo secolo a.C. lato monte e con penultimo e unico vano lato ovest con volta a delicati e preziosi stucchi di epoca romana del primo periodo imperiale.
I disegni del Labruzzi e del Keiserman, eseguiti negli ultimi anni del 18^ secolo, ci propongono ambienti aperti lato mare (mentre oggi le aperture ad arco risultano murate) e non uno ma due ninfei con volte decorate a stucco a rilievo con simbologia variegata.
La SPIAGGIA DI MARINA DI CASTELLONE CON LE MURA MEGALITICHE
Sempre raggiungibile da Largo Marina, c’è una meravigliosa spiaggia di sabbia finissima per una lunghezza di circa cento metri.
Prima degli anni cinquanta dello scorso secolo erano tre le spiagge al centro di Formia oltre quelle periferiche di Vindicio e del litorale orientale.
Con la costruzione della Flacca , vero e proprio sbarramento sul mare e grave sciagura per Formia , ne abbiamo perse due di spiagge inserite all’interno della nostra città : La spiaggia di Sarinola ( o Salinola ) e la spiaggia di Mola.
È rimasta questa graziosa spiaggetta ora con sabbia ma che nel passato , come ben ricordo , era disseminata di ciottoli e sassolini.
Anche la qualità delle acque sembra buona dopo la immissione della cloaca di Castellone nell’impianto fognario primario che porta al depuratore alla zona ex Enaoli.
L’accesso a questo piccolo litorale è problematico. Occorre passare , e con pericoli , tra le barche in rimessaggio di un cantiere navale che si avvale di una specifica concessione.
Non credo siano molte le città in Italia ad avere una spiaggia raggiungibile a piedi e a poche decine di metri dal centro urbano.
Sul lato monte è visibile ,e in buono stato, uno splendido muro megalitico con grossi blocchi calcarei e di arenaria collocati senza malta. Alcuni risultano lavorati al fine di consentire tra loro un migliore incastro.(ved. foto)
Anche dalle foto in supporto di questo post sono visibili due massi con due lettere scolpite in modo egregio anche se credo siano state eseguite in tempi a noi vicini. Una ” T ” e una ” P “.
Nella parte orientale e più vicina al muro romano di Nerva , quattro ambienti, con soffitti a botte, di epoca romana del primo secolo ac, addossati alle mura ciclopiche prima menzionate con evidenti funzioni balneari collegati al mare e all’uso della spiaggia e appartenenti ad una villa marittima che doveva insistere nella parte superiore con evidenti tracce a nord della stessa Flacca e nelle vicinanze del Muro di Nerva..
Uno solo di questi ambienti è provvisto di una volta con meravigliosi stucchi con evidenti e prominenti rilievi floreali e militari. L’intera struttura è sottostante ad un’area attualmente adibita a parcheggio pubblico che si affaccia sulla spiaggia.
Chiaramente le condizioni delle mura , e in particolare degli stucchi, risentono delle infiltrazioni di acqua dall’alto
Raffaele Capolino