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La Tomba di Cicerone è uno dei monumenti più significativi della città di Formia e si trova lungo la Via Appia in direzione Roma al Km. 139. Il mausoleo risale all’età augustea ed ancora oggi rimane dubbia l’attribuzione del sepolcro a Cicerone, anche se alcuni indizi confermerebbero tale ipotesi. Uno tra questi, è la presenza di una delle sue grandiose ville nella zona, le imponenti dimensioni del monumento funebre e il fatto che nel 43 a.C. qui Cicerone trovò la morte. La Tomba di Cicerone alta complessivamente poco più di 24 metri, è composta da una base quadrata che misura 18 metri di lato sormontata da una torre cilindrica costruita ad anelli di pietra e verosimilmente ricoperta di lastre di marmo. La funzione di questa torre, con tutta probabilità, era semplicemente quella di aumentare l’imponenza e la visibilità del monumento. All’interno della grande base quadrata si trova un’ampia cella funeraria circolare coperta da una volta anulare e circondata da sei nicchie perimetrali. Al centro della cella, inoltre, è collocato un pilone in pietra. La torre, invece, si compone di un’alta volta che poggia su un pilastro. Questo sarebbe il naturale prolungamento del pilone sottostante e aveva la funzione di sostegno di tutta la struttura. L’area circostante aggiunge ulteriore imponenza al monumento che è già alto 24 metri. Questo spazio che sembra quasi un quadrato , in realtà ha il lato lungo l’Appia che misura metri 80 e una profondità di 70 metri, con due porte laterali visibili ancora oggi ma che sfuggono all’ammirazione del visitatore che resta affascinato dalla imponenza della Tomba che, inizialmente, doveva apparire con primo piano a forma quadrata e secondo piano in forma cilindrica . La porta lato ovest è attualmente ben conservata ed emana una particolare bellezza “ellenica ” come appare in due foto postate. La porta lato est invece, pur completa negli elementi , non fu ricomposta negli anni ’50 – ’60 quando fu restaurato il sito globale. L’architrave fu trovato in più pezzi e per questo non fu possibile riprodurre l’originaria sistemazione della porta. Le ultime tre foto ci mostrano la situazione attuale della porta est con le sue parti poste senza alcun ordine su muro perimetrale in completo “opus incertum ” per la maggior parte rifatto durante il restauro gia’ citato. Dalla Via Appia chi ha occhi attenti scorge un tratto di strada pavimentato con basoli calcarei , largo più di due metri che sembra puntare verso la costa di Vindicio. Possiamo dire che , complessivamente, il muro di recinzione dell’area circostante il Sepolcro di Cicerone ci è pervenuto in discrete condizioni e contribuisce , non poco, a dare ulteriore fascino al Mausoleo Formiano costruito per il più grande Oratore e avvocato di tutti i tempi
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Il Mausoleo di Cicerone, chiamato anche Tomba di Cicerone, risale all’età augustea e si trova alle porte di Formia, in zona Acervara, proprio lungo l’antica via Appia, strada che fece la fortuna di Formia.
Il Mausoleo di Cicerone è delimitato da un muro reticolato di circa 3 metri, rifinito con pietra calcarea ondulata; è certamente uno dei complessi archeologici più importanti del comprensorio. La Torre ha forma circolare e si innalza su due file di gradoni in pietra sui quali poggia un basamento quadrato in opera cementizia di 50 piedi, coperto di paramenti in blocchi di calcare.Un tempo, la torre era rivestita in marmo e altra circa 24 metri. Anche l’interno, come la torre, è a pianta circolare: suddiviso in 5 aree in cui – si pensa – erano situate statue e altri oggetti.
Restano dubbi sul fatto che il Mausoleo di Cicerone sia il luogo in cui fu sepolto il grande oratore Romano. Di certo, è qui che Cicerone trovò la morte nel 43 a.C. a seguito della vendetta di Marco Antonio. È a Formia che Cicerone amava trascorrere gran parte del suo tempo, nella lussuosa villa di Vindicio.
Ecco come divenne fruibile per il mondo intero un sito archeologico inserito in una proprietà privata.
Una situazione identica a quella della domus di Cicerone identificata da molti in una parte dell’attuale Villa Rubino , sempre a Formia.
Fino al 1938 , la Tomba di Cicerone è stata un bene nella disponibilità di privati cittadini del nostro territorio.
La storia dell’acquisizione pubblica di questo straordinario sito , pur corredata da numerosi documenti , è complessa e va raccontata in due parti per renderne agevole la lettura.
Tutto ebbe inizio nel lontano 1887 quando il Sindaco di Formia Pasquale Spina, dette incarico all’ing. Erasmo Giannattasio di redigere una stima monetaria del sito comprensivo di tutta l’area sepolcrale circostante, al fine di procedere all’acquisto dal legittimo proprietario del fondo .
Si cercò in quel periodo di convincere alla vendita il Sig. Erasmo Scarpato fu Antonio, domiciliato a Formia ” proprietario del fondo Tomba di Cicerone posto nel territorio della Città di Formia , Contrada Vendice ” .
La perizia dell’ing. Erasmo Giannattasio valutò l’intero complesso in lire 5.840 che però non furono ritenute congrue dal proprietario formiano Erasmo Scarpato.
Nel fascicolo si parla in realtà , in alcune parti, di una proprietà appartenuta ai F.lli Erasmo e Giovanni Scarpato , entrambi cittadini di Formia. In altri documenti la proprietà è invece riferita solo ad Erasmo Scarpato.
Ci fu quindi un periodo di stallo della trattativa che riprese vita solo nel 1896 quando il Dott. Pasquale Occagna , legale di Erasmo Scarpato, con sua lettera del 12 luglio 1896 cercò di riaprire il discorso della cessione al Comune di Formia, sollecitando nel contempo un adeguato incremento alla primitiva offerta.
La lettera del legale Pasquale Occagna non ebbe però alcun seguito per diversi motivi .
Erano subentrati a Pasquale Spina altri sindaci che non si occuparono molto di questo problema anche per sopraggiunti motivi bellici , per cui si arrivò al 1930 , quando il Podestà Felice Tonetti, grazie alla sua amicizia con il Direttore del Museo Archeologico di Napoli Dott. Amedeo Maiuri , intraprese una serie di iniziative che portarono direttamente ad una procedura di esproprio dei terreni interessati che nel frattempo erano passati in mani diverse .
In particolare il Mausoleo ( part. 126) era divenuto di proprietà di Di Crasto Dott. Cosmo fu Salvatore di Gaeta , mentre l’area funeraria circostante, suddivisa in varie particelle , apparteneva ad altri nominativi quasi tutti di Gaeta .
L’intera proprietà era utilizzata come orto , mentre l’interno della struttura funeraria era adibito a ricovero giornaliero di animali usati come mezzi di trasporto e spostamento da Gaeta a Formia e viceversa.
Ma di questo parlerò nella seconda parte ricca di ulteriore documentazione sempre conservata nell’Archivio Storico di Formia.
Solo recentemente la gran massa di documenti è stata disposta in ordine cronologico e in sottofascicoli dalla Dott.ssa Noemi Adipietro.
Ciò che ha permesso una mia rapida ricerca, diversamente da un mio antecedente e difficoltoso approccio.
Ciò che determinò una svolta importante e decisiva alle azioni di esproprio dei terreni interessati dalla Tomba di Cicerone, fu un articolo sul Giornale d’Italia del 30/8/1934 Anno XII.
In questo articolo ci fu la notizia clamorosa per tutto il mondo che laddove c’era il sepolcro di Cicerone , vi era di giorno abitualmente ……un asino !!!!
Il giorno dopo , il 31/8/1934 , Amedeo Maiuri comunicò all’amico Tonetti che sarebbe immediatamente partita l’azione di esproprio di tutti i terreni interessati e concluse scherzosamente riferendosi a Felice Tonetti , Podestà di Formia :
” Tu nel frattempo preoccupati …………del raglio dell’asino”
Ho pubblicato , nei due articoli , ben ventisei documenti su questa operazione di esproprio . Vi invito a leggerli tutti . Si percepisce una euforia straordinaria per questa opera di esproprio , necessaria per dimostrare a tutto il mondo che, con uomini come Amedeo Maiuri – Felice Tonetti – Mario Di Fava – Pietro Fedele , tutto sarebbe andato velocemente a buon fine e il Sepolcro di Cicerone sarebbe stato consegnato alla visione del mondo intero.
L’ intera procedura di esproprio, con i numerosi ricorsi presentati dalle parti interessate, si esaurì in circa tre anni e si concluse il 30/8/1938 con la nota del Comune di Formia a firma del Podestà Tito Rubino ( foto 3 ) che pochi mesi prima aveva sostituito Felice Tonetti.
Quest’ultimo, convinto dal suo amore per Formia e dal fatto che La Tomba di Cicerone fosse davvero la Tomba del più grande Oratore di tutti i tempi, fu il vero artefice di questo risultato .
Al Ministro Pietro Fedele che scrisse “…………. la Tomba di Cicerone , che certamente non è di Cicerone , dobbiamo parlarne …… ” , così rispose per iscritto :
” ….. e quanto a non essere la mia, la Tomba di Cicerone , ne riparleremo ; …… mi dirà quanti argomenti di più militino a dimostrare che la così detta Tomba di Vergilio è proprio la Tomba di Vergilio .
Badi che per me la Tomba di Vergilio è proprio la sua, purché Ella sia cortese con noi per quanto riguarda quella di Cicerone, Va bene ? Ad ogni modo tanti affettuosi saluti e ne riparleremo. Tuo Felice Tonetti ”
In un altro documento anche Mario Di Fava scrisse:
” Per la Tomba di Cicerone a Formia, come per la Tomba di Virgilio a Napoli, molti archeologi avanzano i loro dubbi ortodossi….
Manca il titolo epigrafico – dicono – e bisogna diffidare dalle leggende …….
Si potrebbe obiettare che se dovessimo tenere in quarantena tutte le tombe anepigrafi dell’antichità, potremmo fare qualche riserva anche per per la Mole Adriana “.
La Mole Adriana di Roma è il Castel S. Angelo sulla sponda del Tevere.
Ritornando all’esproprio che ebbe un costo complessivo di lire 20.000, di cui 10.000 a carico del Comune di Formia, interesso’ i seguenti nominativi proprietari di singole particelle :
– Di Crasto Cosmo fu Salvatore
– Perrone Giuseppe fu Salvatore livellario a Di Crasto Cosmo
– D’Accone Antonio fu Luigi
– D’Accone Salvatore – Pasquale fu Erasmantonio
– Uttaro Antonio fu Salvatore
– Uttaro Antonio , Agostino, Francesco, e Filippo fratelli fu Salvatore
– Uttaro Agostino fu Salvatore
– Uttaro Francesco fu Salvatore
Di Perrone Giuseppe fu Salvatore , parlerò in un prossimo articolo perché un suo figlio scrisse direttamente al Duce Benito Mussolini , una lettera di tre pagine , per chiedere di diventare custode della Tomba di Cicerone di Formia che fu di proprietà del padre prima della vendita a Di Crasto Cosmo.
La relazione sull’esproprio redatta dall’ispettore Onorario di Formia , Mario Di Fava, così termina:
” …… un giornalista americano ……..pubblicò sul Chicago Tribune un articolo su cinque colonne da titolo : Un mulo abita la Tomba del famoso Oratore.
Il Regime ha posto subito termine allo sconcio. Il Monumento di cui è stato decretato l’esproprio, sarà visitato nel Bimillenario Augusteo dai pellegrini della romanità. Essi non vi troveranno ricostruzioni più o meno indovinate e sapienti, ma decoro , silenzio ed una austera cornice di verde” .
È doveroso un ringraziamento alla Dott.ssa Noemi Adipietro per il suo lavoro di sistemazione e di digitalizzazione di un numero incredibile di documenti riferiti solo a questo specifico argomento dell’esproprio .
Raffaele Capolino