La Cripta di San Luca è un luogo unico, che contiene ben sei Madonne del Latte. Un culto,
quello della Madonna del Latte, che ebbe notevole diffusione tra il 1300 e il 1400 e riguardava
in genere la richiesta di protezione dalle possibili complicazioni cui la puerpera e il nascituro
erano esposti durante il parto e nella prima infanzia, come l’assenza o la carenza di latte.
Il Messaggero
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La scoperta di questa Cripta avvenne in maniera casuale , il 28 giugno 1997, durante i lavori di sistemazione del vecchio pavimento della Chiesa di S. Luca a Maranola.
Fu rinvenuto un ambiente sotterraneo completamente pieno di calcinacci che furono rimossi da volontari e dai membri del Comitato di S.Luca tra cui l’amico Gerardo De Meo , sempre attento su tutte le operazioni di recupero artistico nei territori collinari di Formia.
Due foto ci danno l’idea di quanto materiale sia stato necessario portare fuori da questo tesoro tenuto nascosto dalle vicende umane di numerosi secoli di storia.
Lo svuotamento portò ad evidenziare un ambiente a forma di croce greca con un incredibile numero di affreschi .
La Cripta ha due bracci di quasi sette metri ognuno , una feritoia come unica fonte di luce e una fonte rustica con disegno sulla spalla superiore e un pozzo che deve aver contenuto ” l’acqua sacra, l’acqua che purifica , che rinnova, che è speranza di salvezza” .
In questo post parleremo solo delle sei Madonne del Latte affrescate in questa Cripta di straordinaria bellezza e complessità artistica.
Quattro di esse sono in trono ma non le altre due denominate per questo particolare anche : Madonne dell’umiltà.
Traendo spunto da uno studio di Gerardo De Meo, si evidenzia che le Madonne del Latte di questa Cripta sono riferibili al XIV – XV secolo e, come già detto, sono quasi tutte raffigurate sedute in trono.
Nel territorio circostante sono state rinvenute Madonne del Latte in più città ( Gaeta, Minturno, Fondi sulla Rocca, e Ausonia) ma mai in numero così elevato come a Maranola che ne annovera complessivamente otto nelle sue Chiese, più una fuori le mura detta Madonna SS delle Grazie nel versante occidentale, conservata in una Cappella privata.
In tutto nove Madonne del latte in un ambito territoriale non eccessivamente popolato.
Tutto ciò porta a dedurre che l’intero territorio e in particolare la Cripta siano stati un ” Luogo di Culto a Maria Lactans ” giustificato anche dalla presenza della Fonte.
La presenza del latte della Vergine e dell ‘acqua ci porta a pensare che questo doveva essere un luogo di pellegrinaggio per le gestanti richiedenti sana maternità e per le mamme preoccupate per la salute dei loro nascituri.
Raffaele Capolino
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CHIESA PARROCCHIALE DI SAN LUCA EVANGELISTA
La Chiesa parrocchiale di San Luca Evangelista di Maranola, è un edificio posto all’interno del paese, nella parte alta dello stesso, nelle immediate adiacenze della torre Caetani; non si hanno notizie precise sulla data della sua edificazione ma gli studiosi datano la sua origine al XIII secolo. La struttura si compone di un’unica grande navata centrale, divisa in tre volte a crociera, con altari laterali, fonte battesimale, transetto e abside. A destra dell’ingresso si trova la Cappella dedicata al Santissimo Corpo di Cristo; detta cappella, oltre ai numerosi resti di stucchi e di affreschi del XIV secolo è arricchita da un altare barocco sovrastato da una grande tavola finemente decorata del XVI secolo, attribuita alla scuola di Siciolante da Sermoneta; durante le celebrazioni pasquali è particolarmente vissuta dai fedeli per l’esposizione del Cristo Morto. In asse a tale cappella e lateralmente alla navata centrale segue la sacrestia, in architettura medioevale, che conserva un affresco della Madonna con melograno, auspicio di abbondanza. Segue – alla destra dell’altare maggiore- il campanile, ugualmente datato al XIII secolo, cui si accede dal coro; la struttura muraria del campanile è dotata di finestre monofore che presentano la decorazione esterna costituita da bacini ceramici invetriati. Lungo la navata centrale sono presenti numerosissimi e pregevoli affreschi facenti parte di un unico originario ciclo parietale allo stato in parte perduto. Si eleva, nella parte alta della chiesa, l’altare maggiore in marmo policromo di stile barocco; dietro di esso è collocato il coro ligneo del XVIII secolo. Sul lato sinistro dell’ingresso della chiesa, in linea con la Cappella del SS. Corpo di Cristo, sorge il fonte battesimale in pietra lavorata.
Particolare menzione merita la cripta trecentesca, ricavata sotto l’altare maggiore e sotto il coro, con accesso dal lato sinistro del transetto; essa è completamente affrescata e la sua scoperta è avvenuta il 28 giugno 1997, nel corso dei lavori di sistemazione del vecchio pavimento. Si tratta di un luogo particolare, ricco di diversi cicli pittorici, uno caratterizzato dalla presenza di ben sei Madonne del latte (fatto unico nel suo genere), uno relativo alla rappresentazione di alcuni episodi della vita di Cristo, uno composto a sua volta dalla sovrapposizione di quattro strati di affreschi, nella zona dell’abside; frammiste alle scene evangeliche ed alle Madonne del latte sono riportate le figure di molti santi cui si riferiva la devozione locale del momento.
Apre e chiude la Chiesa di San Luca Evangelista, la Porta della Pace, opera in bronzo a due ante dello scultore maranolese Gerardo De Meo, realizzata nel 1989.
Un ultimo accenno merita la canonica, con separato ingresso laterale esterno dalla via pubblica ed accesso interno dalla sacrestia. Si tratta di un corpo di fabbrica voluto e costruito ex novo sul finire del 1800 dall’Arciprete pro tempore; oltre l’alloggio del titolare della parrocchia, ospita vari uffici tra cui quello dell’archivio storico parrocchiale.
Giovanni D’Onorio de Meo
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Riguardo alla cittadina di Maranola, le prime fonti scritte risalgono al medioevo, nonostante sia probabile un insediamento già in epoca preistorica, attestato peraltro dalla presenza di mura pelasgiche. La nascita del borgo medievale di Maranola si colloca storicamente tra la seconda metà del X secolo e i primi decenni dell‟XI.
Le fonti più antiche risalgono alla metà del X secolo e provengono dal Codex Diplomaticus Cajetanus. Maranola nel sec. X si chiamava Maranula e Marana, come località. In un documento del 950 viene descritta la donazione che i duchi di Gaeta, fanno al duca Marino del patrimonio demaniale di loro pertinenza, ubicato nelle località Maranula e Marana. La fonte cronologicamente successiva ci porta ad un documento del 1029 nel quale vengono menzionati Maria detta la “Fondana” e suo fratello Giovanni quali abitatori del “Castrum Maranulae”. Se nel primo documento il toponimo Maranula designa chiaramente una località, nel secondo troviamo la prima testimonianza di un centro fortificato (castrum).
Il suo territorio era vasto, confinava con l‟Appia fino al confine con Spigno e Scauri, e lambiva la collina di Gianola. Questo ampio territorio tra il basso Lazio e la Campania, secondo le notizie riportate principalmente da alcuni scrittori latini, e confermate dai ritrovamenti archeologici, era uno dei luoghi più densamente popolati di santuari, situati nei boschi o nelle numerose grotte carsiche lungo la fascia litoranea del Tirreno, o nelle isole di Ponza e Ventotene.