In località Palombara a Castellonorato – Formia sorge in un terreno privato questo arco con imponenti mura megalitiche-preromane. Questo arco è citato in una pergamena del 1076 nel Codex Diplomaticus Cajetanus custodito a Montecassino : “…. de parte de palombari…. parietem qui dicitura porta auria.” Mille anni fa le mura erano chiaramente più ampie e più perfette e la porta non presentava cedimenti. Doveva essere cosi bella che non poteva che essere definita “Porta Aurea”. Le mura megalitiche-preromane sono estese per più di 40 metri anche se mancanti di due allineamenti laterali a formare un’area quadrangolare, chiusa sui tre lati più a rischio d’invasione di terzi, ma aperta sul lato monte. Quindi una forma che permetteva una doppia funzione quella difensiva e quella di livellamento del terreno.
Queste mura lunghe circa 40 metri rappresentano il tratto più lungo di antiche opere conservate nel territorio di Formia.
Sono alte 4 metri ed hanno nella parte centrale un accesso ad arco a tutto sesto largo mt 1,25 con altezza di 3 metri e profondità di 6 metri.
Lo spessore del muro è di un metro circa.
Da quanto riferitomi dai residenti del luogo, doveva essere una sorta di sostruzione dei luoghi propedeutica ad una costruzione di una villa di cui esistono tracce nel piano di campagna retrostante e superiore certamente e ovviamente più visibili nel passato.
Come alcuni tratti di mura ciclopiche romane e preromane di Formia, anche queste giacciono in uno stato di abbandono documentato anche dal fatto che con il passare degli anni si ravvisano sempre più cedimenti e smottamenti. La chiave di volta dell’arco-tunnel si è abbassata di trenta centimetri insieme all’elemento affiancato lato Maranola.
Le mura di cui ci interessiamo adesso sono state studiate da un nostro concittadino Arch. Salvatore Ciccone che le classifica di terza maniera e riferibili al V sec. Ac.
Uno studioso romano venuto appositamente da Roma per osservarle ,come riferito da chi è sul posto, le ha posizionate ad un periodo ancora più antico, e riferibili quindi a popoli Volsci, Pelasgi, Aurunci o forse addirittura a popoli Etruschi che hanno trasferito ai Romani la tecnica dell’arco a tutto sesto e senza calce , cosa che avvenne anche in fatto di costruzione di ponti. Ma della presenza di Etruschi a Formia non se n’e’ mai parlato anche se alcune zone più a sud di Formia in realtà sono state interessate da una colonizzazione etrusca.
Molti popoli si sono avvicendati in questo nostro territorio caratterizzato da panorama e clima ineguagliabili. Ma l’elemento che più attirava i popoli che vi vissero fu a mio parere il gran numero di sorgenti di acqua (almeno cinque) cosa difficile da trovare in altri luoghi.
I romani sono stati, fin dai primi anni della loro occupazione del nostro territorio, sempre impressionati dalla grandiosità delle mura megalitiche di Formia e da altre costruzioni sempre in opera poligonale. Ricordiamoci che Tito Livio parlava di “Formiana Saxa” quando i romani speravano di incastrare Annibale nel nostro litorale nel secondo secolo ac.
Tra gli anni 1930 e 1950 gli studiosi Formiani Mario Di Fava e Tommaso Testa localizzarono ventiquattro insediamenti di mura poligonali nel territorio Formiano. Oggi grazie agli approfondimenti e agli studi di Salvatore Ciccone gli insediamenti sono diventati una trentina.
Potremmo anche relazionarci alla mitologia greca che riferisce di giganti antropofagi chiamati Lestrigoni che avrebbero stazionato nel nostro territorio.La parola Lestrigone in greco significa “lavoratore e tagliatore di pietre” e questo riferimento mi fa ritornare bambino quando a Castellone, come molti di voi ,ci si divertiva a giocare a “strigola” su un terreno battuto e in piano.
La “strigola” era una pietra liscia da almeno un lato ed è una parola che ha molta assonanza con la parola “Lestrigone” oltre al fatto che entrambi i termini si riferiscono a pietre lavorate. .Che sia una parola che ci perviene dai nostri antenati nel corso dei millenni?Particolare molto curioso anche perché è un termine popolare esclusivo del nostro ambito territoriale formiano. Pensare che possano essere stati i Lestrigoni a costruire queste mura ed altre , è semplicemente affascinante non solo per noi ma anche per coloro che vengono a visitare i nostri tesori archeologici.
Tutto quanto sopra scritto meriterebbe di essere approfondito da forze giovani con passioni storico-archelogiche-mitologiche.
Mi auguro che i miei semplici e modesti post stimolino altre persone ad amare sempre più la storia e le bellezze naturali di questo meraviglioso territorio nel quale abbiamo avuto la fortuna di nascere e di vivere.
Raffaele Capolino