Due ville con imponenti resti di epoca romana sul litorale di Vindicio a Formia ed in località Arcella di Gaeta, testimoni di uno splendido periodo in cui la nostra città era un angolo di paradiso per le famiglie più ricche di Roma.
Le strutture, entrambe del periodo augusteo e forse realizzate da uno stesso architetto, sono con buona probabilità appartenute a Marcio Filippo (patrigno di Augusto) e a Marco Tullio Cicerone.
Raffaele Capolino
VILLA IRLANDA
Il complesso alberghiero, posto in prossimità del confine tra la città di Formia e la Riviera di Levante della città di Gaeta in località “Arcella”, è il frutto del restauro di cinque fabbricati semi distrutti dalla guerra. Immerso in un parco di 60.000 metri quadrati le sue architetture raccontano antiche vicende e trasportano l’immaginazione fino al I° secolo A.C.
Varcando il cancello d’ingresso al parco del “ Villa Irlanda Grand Hotel ”, si incontra la “Reception” ricavata dal restauro di un vecchio fabbricato rurale costruito tra le mura e gli ambienti ancora ben visibili di una antica Villa Romana del I° secolo A.C. appartenuta a Marco Filippo Padre adottivo dell’Imperatore Ottaviano Augusto.
Non aveva dubbi sulle origini e la appartenenza dei resti delle mura romane Erasmo Gesualdo storico ricercatore del 1700 che così descrive, in un suo testo, i luoghi attualmente occupati dalla Reception e dalla sala di aspetto dell’Hotel: <<… Passa dopo la via di Flacco, per la spiaggia dell’Arcella; … Indi a pochi passi si ritrovano i fondamenti della detta via, sulla sponda della quale, a sinistra, dove dicesi l’Arcella di Andrea del Sole, vi sono le meravigliose reliquie della famosa Villa di M. Filippo, marito di Azia, figlia di M. Azio Balbo Pretore, e di Giulia sorella di Giulio Cesare. Quando fu sposata da M. Filippo, ella era vedova di C. Ottavio, con cui aveva procreato Ottaviano Augusto….. Onde essendo certo, di aver M. Filippo frequentato quella sua villa, come vedrassi dalle pistole di Cicerone; sembrami probabile, anche per ragion dell’aria, di essersi quivi piuttosto, che vicino le Paludi Pontine Augusto allevato….>>
Varcando il cancello d’ingresso al parco del “ Villa Irlanda Grand Hotel ”, si incontra la “Reception” ricavata dal restauro di un vecchio fabbricato rurale costruito tra le mura e gli ambienti ancora ben visibili di una antica Villa Romana del I° secolo A.C. appartenuta a Marco Filippo Padre adottivo dell’Imperatore Ottaviano Augusto.
“La Villa” è un fabbricato in stile neoclassico fatto costruire agli inizi del 1900 dal Conte Stembock Fermor, ufficiale russo del Reggimento Cosacchi imparentato con la famiglia dell’ultimo Zar ed Attaché militare dell’ambasciata Russa in Italia. Egli, durante i suoi frequenti viaggi attraverso il nostro Paese, rimase affascinato dalla bellezza del golfo di Gaeta ed in particolare di questa zona, chiamata “Arcella” dove ancora si potevano ammirare pregevoli vestigia dell’antica Roma. Cultore dell’arte, dell’antichità e delle bellezze naturali, decise di stabilirsi con la famiglia proprio qui e tra il 1907 ed il 1912 fece costruire su suo progetto la “Villa”, a diretto contatto con il bellissimo criptoportico romano che ancora oggi si può visitare ed ammirare in tutta la sua particolare bellezza. Nella ideazione della sua dimora, il Conte portò tutte le sue esperienze estetiche e tecniche acquisite in tanti anni di viaggio attraverso molti paesi lontani. Fece realizzare, ad esempio, un sistema di irrigazione innovativo per quei tempi sullo sviluppo di tecniche gia usate dagli antichi romani di cui ancora si conservano tracce qua e la nel giardino dell’albergo.
Fin dalla sua costruzione “Villa Marina”, come allora era denominata, costituì per molti anni uno dei poli più significativi della vita mondana dell’epoca accogliendo in ricevimento rinomati per eleganza e per tono, i nomi più in vista tra le famiglie bene di Gaeta e di Formia.
Nel 1930, l’ordine religioso “Pontificio Collegio Irlandese”, cominciò la costruzione del fabbricato denominato “Il Convento” e trasformò quella che fu la proprietà residenziale del Conte russo Stembock in un luogo per il ritiro e l’istruzione dei preti novizi. Allo scoppio dell’ultimo conflitto mondiale gli irlandesi, che si accingevano all’ultimazione del fabbricato già in parte utilizzato, dovettero abbandonare l’area. I fabbricati, inizialmente occupati dal comando tedesco del 274° Reg. Gran. e da un ospedale militare, sul finire delle ostilità, furono semi distrutti dalle forze di liberazione. Finita la guerra, i preti Irlandesi ritornarono a frequentare quelli che furono gli splendidi edifici circondati dai meravigliosi giardini che tanto stimolavano la loro concentrazione e frequentarono questi luoghi fino agli anni 1960 solamente nei periodi primaverili ed estivi cercando di ripristinare ciò che la guerra aveva distrutto. Successivamente, per oltre un ventennio, i luoghi e gli edifici furono lasciati in un grave stato di abbandono prima di essere ceduti alla famiglia che, fortemente, ne volle la riqualificazione trasformandoli in struttura ricettiva.
“La Casa delle Suore” è l’edificio che fu usato come alloggio sia dai coloni quando la proprietà era del Conte Stembock che dalle Suore Irlandesi quando il possesso passò al “Pontificio Collegio Irlandese”. Come i precedenti fabbricati, esso fu abbandonato al degrado dal periodo dell’ultimo conflitto mondiale fino a quando non iniziarono i lavori che lo avrebbero trasformato in una parte di albergo composta di quattordici camere.
Ultimo edificio del complesso è la “Casa degli Aranci”; Sita nella parte più interna del giardino del complesso turistico, in stile liberty, conserva ancora la sua originale colombaia e la serena atmosfera delle antiche villette di campagna.