
Grande statua di Cibele seduta, esposta al Museo Ny Carlsberg Glypotek di Copenaghen con la dicitura “Trovata a Formia”.
Trovata a Formia nel 1892 nella zona di Vindicio in un sacrario dedicato alla Dea Cibele.
Statua in marmo altezza mt 1,72 del primo secolo ac.
Detta anche Magna Mater, ossia la madre di tutti gli Dei.
Un mito romano nato dopo la sconfitta di Annibale, collega la Dea Cibele alla Vittoria.
Da una ricerca recente ho potuto rilevare un particolare interessante.La testa turrita della dea Cibele è stata.usata sia per coniazioni di monete romane e italiane post belliche e sia per francobolli italiani. Per questi ultimi , fu utilizzata la testa turrita di una Cibele siracusana e se ricordo bene quella serie di francobolli veniva chiamata proprio serie Siracusana.
La Dea Cibele era un mito e un culto proveniente dalla Frigia Anatolica , una regione turca molto vicina al sito di Troia.
Cibele era figlia del Dio Urano e sorella e moglie di Saturno ed era conosciuta come la grande madre di tutti gli dei.
Cibele,pur rimanendo vergine, partorì Attis che da grande divenne l’amante della stessa Cibele sua madre che era tanto gelosa di Attis che quando quest’ultimo si innamorò di una ninfa, figlia del Re Mida, per vendetta lo fece impazzire tanto che Attis si evirò.
Quindi Attis era figlio e amante di Cibele.Il culto di Cibele è ben attestato a Formia anche da una iscrizione trovata a Mola (Formia) e trasferita al Museo Vaticano.Questa iscrizione conserva notizia di un “Taurobolio” privato del 241 dc IMP. Gordiano ll Aug. et Pompeiano Cos Helvia.
Fin qui il mito, andiamo ora alle modalità del rinvenimento a Vindicio/Conca in Formia.
Da un testo si rileva che ci fu anche l’intervento di un ispettore, Sig. Angelo Rubini , del Regio Ispettorato scavi e Monumenti di Roma che in data 19/7/1892 scrive: ” Il reperto di Cibele fu trovato sulla provinciale che da Formia mena a Gaeta a circa due kilometri dall’abitato di Formia ………….”
Su un altro testo un tal Eliseo Borghi, antiquario romano che tentò invano nel 1895 di estrarre le due navi romane dal Lago di Nemi, e che aveva un vasto deposito di statue e reperti romani in Via Sistina,
” ha chiesto di poter riesportare la statua di Cibele trovata a Formia nel 1892, che fu importata temporaneamente a Roma, …………”
Bisogna sapere che in quegli anni Il regno d’Italia non aveva ancora una legge a tutela del patrimonio archeologico.Ogni reperto trovato in una
proprietà privata era da ritenersi di proprietà del rinvenitore. Una legge che riteneva il reperto di proprietà dello Stato fu legiferata solo nel 1909.
La statua di Cibele fu attribuita dal suo scopritore al periodo Flavio/Traianeo, ma poi si scoprì che invece era da attribuirsi molto probabilmente al secondo sec. ac.
Quindi la statua di Cibele e i due busti di Attis furono ritrovati nel 1892 e acquistati da funzionari danesi a Roma nel 1894 o con scostamenti di pochi anni da quest’ultima data.
La scheda del Museo Carlsberg di Copenaghen parla di statua proveniente da Formia.
Come già detto nel precedente post del 26/11/15 l’immagine della dea Cibele la ritroviamo sia su monete romane, sia su monete e francobolli coniate ed emessi dalla nostra Repubblica Italiana che fa coincidere l’immagine di Cibele con le Torri in testa addirittura con la rappresentazione dell’Italia.
Va anche segnalato, a proposito del culto di Attis e Cibele, che la statua Formiana ora in Danimarca, forse doveva essere allocata su un carro trainato da leoni come appare in altre figure e come è rappresentata in una gruppo marmoreo moderno in Piazza Cibeles a Madrid.
Ho trovato in altri testi altre descrizioni della statua di Cibele e Attis di Formia rinvenuti in un Santuario che sorgeva sulla strada tra Formia e Gaeta in località imprecisata (MJ Vermeseren) dove è probabile sorgesse un mitreo per il culto dei due personaggi mitici provenienti dalla Frigia Anatolica.
Il culto di Cibele nacque intorno al 216 a. C. subito dopo la battaglia di Canne in cui i romani persero 40.000 uomini contro l’esercito di Annibale.
Gli oracoli e le sibille consigliarono ai romani di rivolgersi agli dei del loro avo Enea, per cui importarono dalla Frigia le prime statue di Cibele e da quel momento le sorti contro l’esercito di Annibale cambiarono in favore dei romani.
Questo è, per il momento, tutto su Cibele e Attis anche se per quanto riguarda il Museo CARLSBERG di Copenaghen vedremo prossimamente che contiene altri reperti romani di provenienza sempre Formiana.
Infine noi Formiani possiamo con orgoglio dire che Cibele si aggiunge ad altre parole o nomi come: Lestrigoni, Vitruvio, Cicerone, Mamurra, Vindicio, Lamia, Artacia fons e tanti altri che hanno un legame esclusivo con la nostra straordinaria città di Formia.
Curiosità
Quando nel 1892 fu rinvenuta in località Arcella, detta anche Rinchiusa, da Erasmo Scipione di Formia, l’ispettore onorario Angelo Rubino fece intervenire sul luogo l’ispettore Antonio Sogliano che così relazionò:
” È una statua muliebre, sedente, alta Mt 1,75.e rappresenta una giovane donna, di aspetto matronale, con corona turrita sul capo. I capelli divisi nel mezzo e leggermente ondulati( come nei ritratti imperiali femminili di buona epoca) incorniciano la fronte, ed annodati in fascio sulla nuca, cadono sciolti sulle spalle.
Siede sopra una specie di masso, e veste un chitone senza maniche, recinto nella vita, con ampio manto sovrapposto, che poggiando con un lembo sulla spalla sinistra, le ravvolge la parte inferiore della persona.
Ha i piedi muniti di sandali.
Era formata di parecchi pezzi, cioè la testa incastrata nel busto, le braccia imperniate e anche la parte anteriore dei piedi fermata con perni.
Tutti questi pezzi si rinvennero distaccati, e le braccia per giunta rotte nei polsi con le mani prive delle dita. Il naso è scheggiato nella punta, e l ‘orecchio destro è andato perduto con porzione di capelli, ma da un fiorellino appare che anche questo fosse un tempo riattaccato con piccolo pernio.
L’ orecchio sinistro è perforato per un pendente di metallo, l’epidermide del marmo è in parte corrosa dalle acque, ma in generale la conservazione è piuttosto buona. Lo stesso si può dire della esecuzione, quantunque la statua sembri essere stata ornamentale, cioè potendosi dimostrare anche pel fatto che la statua nella parte posteriore fu condotta con lavoro molto trascurato. “
Raffaele Capolino