Marco Vitruvio Pollione (nato 80-70 ac – morto 15 ac)
I più grandi studiosi di M.Vitruvio Pollione e della sua opera “De Architettura” : Ettore País, GQ Giglioli, Quirico Viviani, Vincenzo Tuzzi, il Marchese Poleni, il Barbaro, l’architetto Luigi Canina, il Filandro, il Balbo , il Tiraboschi, il Signorelli e soprattutto Berardo Galiani, affermano tutti che M.Vitruvio Pollione appartenne allla “gens Vitruvia” plebea originaria di Formia.
Molte notizie provengono proprio dalla sua unica opera letteraria scritta in età avanzata e dedicata ad Augusto. La sua più grande protettrice fu Ottavia Maggiore, figlia di Gaio Ottavio e Ancaria, quindi sorellastra di Augusto e sposata con Sestus Appuleio.
Nella prefazione della sua opera,Vitruvio afferma:
“Già mi sono occupato assieme a M.Aurelio, a P. Numidio e a Cneo Cornelio dell’allestimento di baliste, di scorpioni e di altre macchine da guerra e della relativa manutenzione…”
Questi tre personaggi, amici di Vitruvio, sono stati definiti dal Galiani, massimo studioso della vita di Vitruvio, suoi concittadini, quindi Formiani.
Un riscontro di questi nominativi su eventuali epigrafi locali e/o su scritti antichi, potrebbe già essere determinante per la definitiva certezza della sua nascita nella nostra città.
P. Numidio, ossia Publio Numisius è l’architetto che progetto’ l’anfiteatro romano di Ercolano che si pensa sia stato molto simile al Teatro romano di Formia.
Non dimentichiamoci che il maggior numero di epigrafi riguardanti la “Gens Vitruvia” è stato rinvenuto a Formia e molte sono ancora visibili in Villa Rubino.
Da una mia recente lettura dell’opera Vitruviana, sono rimasto colpito da alcuni riferimenti a luoghi a noi molto vicini e quindi conosciuti bene dallo stesso Vitruvio.
Vitruvio parla delle Paludi Pontine, dell’acqua della sorgente Nettuno a Terracina (interrata perché velenosa) e della pozzolana di Baia.
Quando parla di strutture portuali ideali, fa una descrizione di un golfo che coincide esattamente con il nostro Sinus Formianus. Ma il punto più interessante è quando nel secondo libro cita gli edili Varrone e Murena, che sono personaggi noti a noi Formiani sia per epigrafi locali sia per narrazioni di storici latini. Varrone fu Curator Acquarum a Formia e Murena fu Pretore sempre a Formia. Furono entrambi contemporanei di Vitruvio e quindi suoi concittadini. Vitruvio cita altresì Cicerone che conobbe sicuramente a Formia.
Si potrebbe quasi dire che nel suo trattato Vitruvio abbia voluto inserire anche il suo atto di nascita a Formia!!!!!!
Molto interessante è anche quando dice di aver coabitato ,discutendo spesso di Filologia, con un certo C. Giulio, figliolo di Massimissa primo re dei Numidi. In realtà i fatti storici stanno così:
Un nipote di Massimissa, Giuba l ,nella guerra civile tra Cesare e Pompeo, si schierò dalla parte di quest’ultimo. Fu sconfitto a Tapso da Cesare e si suicidò. Suo figlio Giuba ll , ancora ragazzo, fu portato da Cesare a Roma e crebbe nella famiglia di Ottaviano che poi divenne Augusto.
Vitruvio, sicuramente, conobbe questo Giuba ll ( pronipote di Massimissa) grazie alla sorella di Augusto alla quale era molto legato.A questo giovane numida fu dato il nome C.Giulio e, su disposizione di Augusto, gli fu data in sposa Cleopatra figlia di Marcantonio e la regina d’Egitto Cleopatra.
Al Giuba ll, che partecipò alla battaglia di Azio con Ottaviano, fu quindi concesso di ritornare come re in Numidia, provincia romana.
La Numidia è la regione Tunisina in cui si trova Cartagine e Thibilis (prima chiamata Announa di Numidia) dove esiste tuttora un arco di Trionfo, successivo all’epoca di Vitruvio, progettato, costruito e firmato da tal MARCO VITRUVIO MAMURRA.
Molto probabilmente, fu l’amicizia di Vitruvio con Giuba ll , che favorì una migrazione di suoi discendenti verso questa provincia romana dove esistono alcune epigrafi con il nome Vitruvio.
Questo ritrovamento, come dice il Giglioli, fece capire che tra Vitruvio e Mamurra deve esserci stata una parentela.
Ma , certamente non erano la stessa persona come invece sostenuto da qualche studioso.
Erano di caratteri diversi. Uno era eccentrico, estroverso e ricco. L’altro , Vitruvio, era umile, introverso e povero.
Le città con le quali siamo in competizione per i natali di Vitruvio sono:
Fondi. – per un Vitruvio Vacco che nel 327 ac capitanò una rivolta contro Roma.
Fano. – Per una Basilica che lo stesso Vitruvio dice di aver progettato, ma che non è mai stata rinvenuta.
Verona – Per l’arco di Gavi firmato da L. Vitruvio Cerdone che nulla ha a che fare con M. Vitruvio Pollione.
Nella sua opera De Architettura , Vitruvio sostiene che qualunque struttura deve soggiacere alle caratteristiche della Solidità, Utilità e Bellezza. Ciò che entusiasmo’ gente come Brunelleschi, Palladio, Bramante, Raffaello e Antonio da Sangallo il Giovane.
Nel terzo libro, Vitruvio osserva la figura umana con le sue proporzioni ( l’Uomo Vitruviano) che affascinò artisti rinascimentali come Leonardo da Vinci e León Battista Alberti.
Vitruvio progettò diversi tipi di tubazioni, un orologio , un organo idraulico, e un sofisticato sistema di riscaldamento delle terme . Inventò altresì un contamiglia per carri basato sulla caduta di un sasso dopo un certo numero di giri ( praticamente l’antenato del nostro contachilometri).
I suoi genitori lo avevano fatto istruire nelle scienze e nelle nuove lettere, ma egli ” volse l’animo alla matematica e all’ architettura civile e militare”.
In molti testi e’ riportato come:
M. Vitruvio
L.Vitruvio
M.L. Vitruvio
A. Vitruvio
Quindi Marco,Lucio, Marco Lucio, Aulo. A volte è stato scritto Vitruvius a volte Vetruvius.
Lo stesso Vitruvio ,con estrema umiltà , scrive
” Io, o imperatore, non posseggo per dote naturale, una grande statura, l’eta’ mi ha duramente segnato e la salute precaria mi ha tolto le forze, perciò, privo di questi sussidi, spero di ottenere la tua benevolenza confidando in questo mio trattato scientifico”.
Fu accontentato con un vitalizio che lo tolse da uno stato di povertà.
Questa è la storia di un grande Cittadino di Formia che molti ci invidiano.
Raffaele Capolino