TOMBA DI TULLIOLA IN ACERBARA

04023 Formia LT, Italia
4152
accessibilità : luogo pubblico

Il mausoleo di Tulliola si erge di fronte al Mausoleo di Cicerone. In alto sulla collina un sepolcro più piccolo è, dalla tradizione, ritenuto la tomba della figlia Tulliola. Però, mentre si sa con certezza che le spoglie di Cicerone non giacciono a Formia, bensì a Roma, è noto che le spoglie della figlia si trovano effettivamente nel mausoleo a lei dedicato.

La zona in cui si trova il Mausoleo di Tulliola prende il nome di Acervara con riferimento proprio alla ragazza (acerbam in quanto morì molto giovane e ara per indicare il luogo effettivo).

Sulla sommità della collina di Acerbara ci sono anche tracce di costruzioni del periodo repubblicano romano.

Oltre le mura di buona fattura e spessore c’è un enorme montante laterale di un ingresso in pietra calcarea con fori di ancoraggio per il portone. La sua lunghezza è di circa due metri , con lati di cm. cinquanta circa.

Sono stati trovati molti pezzi in cotto di notevole spessore: uno in particolare, a forma triangolare, era adoperato per costruire colonne da rivestire poi con lo stucco. Altri pezzi di cotto ricoperti da “cocciopesto ” insieme ad uno visibilmente ricurvo e di grande spessore appartenuto certamente ad un ” dolium” di grandi dimensioni.

I resti murari potrebbero riferirsi ad una conserva d’acqua, attualmente diroccata e ricoperta di terreno e sterpaglie. Si tratterebbe quindi delle Fonti sull’ Acerbara, citate in molti testi del passato.

Alcune parti murarie crollate sono in effetti riferibili a solai a botte appartenuti a ”conserve ” predisposte per raccogliere acque piovane. Resta sempre da pensare come sia stato possibile effettuare costruzioni simili in un luogo così impervio e di difficilissimo accesso.

 

IL SEPOLCRO DI TULLIOLA SUL MONTE ACERBARA A FORMIA
Così era in origine

È un sito che ho avuto occasione di visitare più volte e mi sono sempre chiesto come fosse originariamente.

L’attuale stato dei luoghi è ancora più impoverito di particolari rispetto a ciò che vide e disegnò Pasquale MATTEJ (1813 – 1879) intorno al 1847, (foto 1 – utilizzata come base per l’innesto fotografico esposto in questo post)

foto 1

Prima del Mattej il sito fu disegnato da Sebastiano Conca ( 1680 – 1764 ) – [foto 6] – e da Carlo Labruzzi ( 1748 – 1817 ) – [foto 7] -, ma entrambi con risultati non utili, né sufficienti per la realizzazione della mia idea.

foto 6

foto 7

 

Tutti e tre gli artisti citati disegnarono e dipinsero l’intero Mausoleo di Tulliola composto dal sepolcro , da un piano in basolato calcareo locale e da una struttura chiamata “piramide” oppure ” fuso”. (ved. foto n. 8 – Istituto Luce anni ’30).

foto 8

Senza alcun dubbio, il disegno del Mattej è più preciso e più aderente alla realtà, in particolare il lato ovest del sepolcro.
Forse anche il nostro concittadino non aveva alcuna idea di come fosse stata, in origine, la parte superiore in muratura del monumento in ” latericium e reticulatum” alternato del primo periodo romano imperiale.
Nel disegno del Mattej (foto 1), la parte superiore del sito principale è ricoperta di sterpaglie.

Devo ringraziare l’amico e artista Emilio Sparagna che intuì , qualche anno fa, la forma ottagonale superiore con copertura in tegoloni, tanto che ne fece un modello 1 a 10.(foto 3)

foto 3

Forte di questi particolari ho pregato l’amico Fausto Forcina di sovrapporre in ” fotoshop” la parte superiore riprodotta da Emilio Sparagna sulla immagine disegnata da Pasquale Mattej.

In realtà la forma ottagonale del livello superiore è confermata dalla visione della foto n. 2, mentre la copertura in tegoloni è giustificata dal gran numero di spessi cocci tuttora visibili attorno al sito, specie nella parte in declivio lato mare.

foto 2

Così ho potuto impreziosire la mia narrazione con questo incastro fotografico.

Spero che questa mia semplice idea venga presa , come stimolo , da esperti tecno-grafici del settore per avere, anche noi di Formia, una ricostruzione in 3D non solo di questo monumento, ma anche del Cisternone, del Teatro Romano, dell’Anfiteatro Romano, del Mausoleo di Cicerone, dei Criptoportici del Caposele e dei Criptoportici sotto la Villa Comunale .
Tutte le città con resti archeologici , si son dotate di rielaborazioni grafiche in 3D che dovrebbero essere presenti anche nel nostro locale Museo Archeologico.

Per ora accontentiamoci di questa mia modesta realizzazione ottenuta grazie all’aiuto dei miei due amici sopra citati.

Raffaele Capolino

 

Curiosità:  Forse fu opera dell’arch. Cluazio

Volonta’ , progetti ed ansie di Cicerone per la sua esecuzione.

Per l’esecuzione di questo ” Fanum Tulliolae ” ( Luogo Sacro di Tulliola) occorre leggere la lunga epistula 36 libro 12 , spedita da Cicerone ad Attico.
Queste le parti più interessanti:

Voglio che si faccia un tempietto… Se lo costruissi all’interno di una delle mie ville ho paura dei cambiamenti di proprietà.
Mentre se lo dovessi costruire in un qualunque angolo della campagna , mi sembra di potergli garantire il religioso rispetto dei posteri.
Se approvi l’idea , il posto, il progetto , leggi per favore la legge e mandamela.

Se ti venisse in mente qualche sistema per eluderla , lo adotteremo e se sarai d’accordo a fare il Tempietto , come mi sto orientando adesso, vorrei che spronassi Cluatius e lo spingessi a muoversi.

Quand’anche ci si dovesse decidere per un altro posto, penso di giovarmi comunque dei suoi servizi e dei suoi consigli tecnici.”

Quindi da questa lettera sappiamo che il progetto e l’esecuzione del “Fanum di Tulliola” sarebbe stato comunque affidato all’architetto Cluazio, ma altra preoccupazione che traspare è quella fiscale.

La scrittrice Colleen Mc Cullough, afferma che Cicerone sapeva di andare incontro ad un costo totale di venti talenti pari al costo dell’esecuzione del sepolcro per dieci talenti in aggiunta ad altri dieci che per la Legge Suntuaria fatta approvare da Cesare, avrebbe dovuto versare all’erario come tassa.

Cicerone manifestò ad Attico la volontà di eludere il fisco , con un risparmio di dieci talenti, presentando una richiesta di costruzione non per un’opera funeraria ma per un Luogo Sacro aperto al pubblico : un “Consecratum ” ossia un “Santuario”.

A quell’epoca un talento romano era uguale a 100 libbre di argento non coniato.
Rapportato ad oggi un talento romano corrisponde al valore di 10.000 euro per cui l’intera opera comprensiva di carico fiscale, sarebbe costata una cifra pari a 200.000 euro odierni.
Il valore attuale sarebbe molto più elevato se il calcolo fosse stato fatto sul potere di acquisto di una libbra d’argento nelle due diverse epoche.

Altra disposizione data da Cicerone ad Attico, fu quella di incaricare Apella di Chio (Grecia) per la scelta dei marmi.

Attico provò invano a consigliare Cicerone per una costruzione di un Tempio su una isoletta nella vecchia proprietà di Arpino, o vicino ad Astura , ma l’oratore alla fine, come asserisce Marziale , scelse un Mausoleo all’interno del terreno della sua proprietà a Formia , collocata sulla Via Appia ben visibile da chiunque fosse passato in quel tratto della strada più importante al mondo di allora.

Quindi potrebbe essere stato l’architetto Cluazio a progettare e a far costruire il Sepolcro di Tulliola sulla collina di Acerbara con impiego di marmi greci acquistati da Apella di Chio tramite Attico.

Da tutti, oggi il Sepolcro di Acerbara è ritenuto quella di Tulliola, morta nel 45 a.C. di parto dopo aver dato alla luce un figlio che lasciò a Publio Dolabella, dal quale era separata alcuni mesi prima.

In quell’anno lo stesso Cicerone aveva lasciato la giovanissima Publilia , che non aveva manifestato rispetto verso Tulliola e che aveva sposata dopo il divorzio da Terenzia nel 46 a.C..

Celio Rodigino ( vero nome Ludovico Ricchieri 1469-1525) racconta che sotto il Papa Sisto IV fu trovata , di fronte al Sepolcro di Cicerone sull’Appia, una Tomba di Tulliola con corpo imbalsamato e capelli intrecciati d’oro, ma che tre giorni dopo tutto si ridusse in polvere .
E’ un episodio che va ulteriormente approfondito e capire se effettivamente sia accaduto nel nostro territorio.

Altro ritrovamento riguarda il periodo del Papa Paolo III , verso il 1540 , quando fu scoperta in periferia di Roma, una tomba con iscrizione : “Tulliola Filiae Meae “, e che la lampada sepolcrale, che ancora ardeva da più di 1500 anni, subito si spense.
Il Papa di fronte a tanto clamore ” popolarpagano ” , ritenne di far scomparire per sempre il corpo ben conservato della fanciulla facendola gettare nel Tevere.

Credo di aver raccontato i fatti più interessanti di questa storia relativa al Sepolcro di Tulliola e che riguarda in particolare la nostra città di Formia.

Aggiornamenti e rettifiche , come per tutte le narrazioni storiche, possono sempre esserci in futuro.

Raffaele Capolino

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